Lo stupendo percorso par 72 di 5.886 metri presenta le prime nove buche all'ombra della troneggiante montagna Le Morne e le seconde nove dislocate lungo l'Oceano Indiano. Grazie ai green recentemente rinnovati e riseminati con la rivoluzionaria Seashore Paspalum, un'erba che può essere annaffiata con l'acqua del mare, il Paradis si colloca ora tra i migliori campi dell'isola e offre ai giocatori alcune buche favolose e panorami mozzafiato, soprattutto in corrispondenza delle seconde nove buche.
Inoltre, le sfide di gioco sono davvero tante: dagli ostacoli d'acqua quali l'Oceano Indiano stesso, diversi ruscelli, canali e laghi artificiali, ai bunker profondi e ai molti fairway orlati di alberi che sembrano attrarre irresistibilmente le palle. La sostenuta brezza marina, poi, rende spesso il gioco più lungo della distanza sulla carta.
Le buche migliori sono la 12 e la 13 (par 4), parallele tra loro lungo una stretta striscia di terra all'estremità settentrionale della laguna, la 16 (par 5) e la 17 (par 3), situate vicino all'oceano e con una straordinaria vista della baia.
La 16 misura 430 metri, e sebbene corta per un par 5, può essere molto insidiosa, per la presenza dell'acqua e di un green collocato proprio alla fine della penisola, completamente esposto alla brezza di mare, che su questo lato dell'isola può essere abbastanza forte. Poi, la 17, un corto par 3, che gira lungo il lato opposto della penisola, verso un green molto vicino all'acqua.
Anche la corta 8 e la 9 (indice 1) sono buche spettacolari. A soli 269 metri dai back tee, la buca 8 (par 4) sarebbe adatta ai migliori drive, non fosse per il grande ostacolo d'acqua collocato proprio davanti al green. Perciò, a meno che non si riesca a portare la palla a 265 metri di altezza con un drive e poi fuori dal tee con un ferro medio, si può tentare solo un ferro nove o un wedge per attraversare l'acqua e raggiungere il green ben protetto da bunker.
A 414 metri dai back tee, la buca 9 (par 4) è indubbiamente la più difficile del campo, soprattutto per la presenza di un esteso lago lungo il lato destro della buca che taglia frontalmente il green che deve essere conquistata con il secondo colpo, spesso un ferro lungo o un fairway wood, contrastando una forte brezza.
Solo se ve la state cavando male al Paradis, potrebbe venirvi in mente la triste e commovente leggenda associata alla montagna Le Morne che domina le prime nove buche e gran parte del campo. Le Morne è dove gli schiavi fuggitivi si nascondevano per non essere catturati di nuovo. All'abolizione della schiavitù ad opera dei britannici nel 1835, fu inviata sull'isola una spedizione per annunciare la libertà. Gli schiavi, però, vedendo quel gruppo di persone che si avvicinava alle montagne, pensarono a una caccia all'uomo e molti si gettarono dall'alto di Le Morne, preferendo la morte al ritorno in schiavitù. Una terribile tragedia, ancora oggi commemorata ogni anno dalla gente di Mauritius.
Dopo la partita, comunque sia andata, è possibile gustarsi una buona birra o un succo di frutta nell'ampio club house in stile coloniale, osservando i giocatori che esercitano il putting sul green di prova direttamente davanti al bar, oppure acquistare una delle eleganti camicie del club a prezzi molto ragionevoli nel negozio annesso.
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